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L'INSEGNAMENTO NON PER SCELTA MA PER OBBLIGO
di Marisa Melis
QUOTIDIANO SARDEGNA DEL 19.6.2012
Pensando sempre al bene della Nazione ma soprattutto ai cittadini più deboli, qualcuno non dorme la notte. Se non stiamo attenti finisce che i nostri figli siano gli ultimi degli ultimi.
In tema di scuola la voce "risparmio" in Italia si è coniugata con il verbo" tagliare". Nella scuola sono state tagliate tantissime cattedre, accorpando le classi (dette -classi pollaio-). Tanti docenti hanno perso la cattedra e sono diventati in esubero.
Cosa si inventano i dotti? Abbiamo circa 10mila docenti in esubero ma, gli studenti disabili nella scuola italiana sono in aumento.
Con decreto direttoriale n.7 del 16 aprile 2012 i docenti in esubero che ne facciano domanda, potrebbero prendere la specializzazione nel sostegno con un corso di 420 ore, la metà di questo corso è online e gratuito. Visto la necessità di tali figure nel panorama scolastico dopo sono 120 ore di corso (100 delle quali online) un docente può fare il sostegno.
Ci sarebbe “tanto” da dialogare e fare dei confronti tra chi ha scelto di fare l’insegnante di sostegno e chi decide perché non ha alternative.
I primi hanno frequentato una scuola dove si sono approfondite materie come psicologia dell’handicap.
Noi genitori di ragazzi disabili, negli anni abbiamo tenuto delle lezioni per gli specializzandi all’università per quanto riguardava la pedagogia speciale, portando la nostra esperienza ai giovani laureati che volevano cimentarsi in questo percorso “tutto speciale” in aiuto ai nostri figli.
I secondi non hanno scelta, si devono per forza riconvertire.
I ragazzi disabili dall’anno prossimo si troveranno una parte di insegnanti con la specializzazione che partono da una base psicologica che non li aiuta. Persone che non per loro scelta ma, non sono motivate. Certo l’insegnamento non è un missione, ma il sostegno è un lavoro delicato che si basa su degli equilibri tutti particolari. Si deve o almeno “si dovrebbe” entrare in sintonia con il ragazzo speciale, conquistare la sua fiducia e poi fare un percorso sociale e scolastico che porti lo studente a raggiungere il traguardo o le più alte vette che la sua disabilità può consentire.
Non vogliamo dei baby-sitter, vogliamo che i nostri figli nella scuola non siano numeri, ma persone con una dignità pari agli altri studenti.
Vogliamo e lottiamo per “sostegni” per scelta e non “riconversioni” di comodo per il MIUR, questo decreto avvilisce la scuola "vera".
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